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La transizione tra Medioevo ed era moderna segna un radicale cambiamento nella cultura europea. Tutto il rapporto dell’uomo con la vita viene reimpostato secondo una nuova visione antropocentrica, e non più teocentrica, che riporta l’uomo al centro di ogni cosa. Declina la legge verticistica e autoritaria del verbo religioso per lasciare il posto ad una nuova filosofia più terrestre che celeste, secondo cui l’humanitas è: “tutto ciò che è degno dell’uomo e che lo rende civile innalzandolo sopra la barbarie”. 

Con l'umanesimo si riscopre la grandezza della realtà immanente, ovvero tutto ciò che è insito nel mondo dell’esperienza.  La teoria musicale si avvicina al valore concreto della musica, che viene liberata dalla sua dimensione puramente metafisica per contestualizzarsi in una più antropologica e naturalistica. La musica sarà allora sovente paragonata alle altre arti, e in particolare all'architettura (con chiaro riferimento alla complessità della costruzione musicale) e alla pittura. Quest'ultima definita da Leonardo da Vinci come “mirabile scienza”... e la musica “non è da essere chiamata altro che sorella della pittura”, in quanto è “figurazione dell'invisibile”.

Si riaffermano danza e teatro, precedentemente sottoposti a censura o a rigide regole ritualistiche da parte della liturgia cristiana e delle pratiche sociali del ceto dominante. Il ritorno alla danza rimanda all’affermazione di balli nazionali che da una parte subiscono l’influenza di elementi primordiali di natura afro-asiatica e dall’altra tramutano questi elementi in tradizioni popolari locali. La danza e il teatro contribuiscono all’insorgere di una nuova musica architettonica, melodica, armonica, temporale e ritmica. 

Con la Riforma di Lutero il concetto di musica sacra viene rivoluzionato attraverso grandi innovazioni. La musica comincia ad assumere valori estetici e sociali diversi da quelli attribuiti dal cristianesimo romano che si identificavano nel canto gregoriano, nella messa e nel mottetto. La cultura comincia a perdere quella dimensione di riservatezza e da esperienza per pochi diventa accessibile a molti. 

Il tentativo di Lutero era avvicinare i fedeli a Dio e diffondere democraticamente la cultura attraverso la grande opera di traduzione dei testi letterari, dal latino al tedesco. I primi ad essere tradotti sono i testi sacri (la Bibbia è uno degli esempi più famosi) e alla musica celebrativa viene attribuito un valore sociale, espresso prima nel rito e poi nella vita quotidiana. L’Antico Testamento rappresentò una ricca fonte di ispirazione per le generazioni di compositori del secondo Cinquecento. 

 

Il corale divenne una forma espressiva prettamente protestante, perché contribuiva a coinvolgere il popolo nella diretta partecipazione alla liturgia. La parola cantata permetteva ai credenti, che a quel tempo erano per la maggior parte incolti, di imparare facilmente i temi della fede cristiana. Egli sfruttò abilmente la grande tradizione dei canti popolari per tradurla in corali, anche se spesso questi canti erano nati con intenti dissacratori e talvolta erano di stampo erotico, ma si alimentavano e si diffondevano in maniera molto attiva negli strati socialmente inferiori della popolazione.

L'uso del canto corale andava contro i canoni del cattolicesimo, che invece delegava l'esercizio della musica soltanto ai musicisti e agli ecclesiastici (infatti i cori, come luogo architettonico all'interno delle chiese cattoliche, sono stati adibiti in uno spazio separato rispetto a quello dei fedeli). Il canto sacro non doveva più essere uno spettacolo o un concerto, offerto agli adepti da musicisti di professione, doveva diventare qualcosa di diverso, coinvolgere il cristiano in una partecipazione più diretta. L'estremizzazione di questa impostazione fu poi ripresa con la Riforma di Calvino, che rifiutò ogni forma di “inquinamento” della musica strumentale all'interno delle chiese,  permettendo l’espressione unica dei canti omofonici dei fedeli. Il corale fu perfezionato da vari musicisti dell'Europa centrale e settentrionale, il cui esponente più celebre rimane Johann Sebastian Bach.

 

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