

SARA’ SICURO VENIRE A SCUOLA DI MUSICA? QUALI SARANNO LE MISURE DI PREVENZIONE ANTI COVID PRESE DA OFFICINE MUSICALI PER FARE LEZIONI DI MUSICA IN SICUREZZA?
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La ragione per cui abbiamo deciso di chiudere la scuola prima del lockdown è proprio perché non abbiamo voluto mettere a rischio i nostri allievi. Anche se in Italia i numeri relativi all’andamento del Covid-19 sollevano una certa preoccupazione, gli esperti sostengono che rispetto alla scorsa primavera, la situazione è ben diversa perchè il paese ha imparato ad affrontare l’emergenza con misure preventive e cautelative. All’interno della scuola delle Officine viene garantita una regolare sanificazione delle aule e degli strumenti, la bonifica degli impianti di areazione e un completo ricambio d’aria all’interno dell’aula. Le regole che siamo tenuti a rispettare sono poche e semplici: disinfettarsi le mani con il gel appena si entra, usare la mascherina negli spazi comuni mantenere la distanza di un metro, viene chiesto un monitoraggio personale della temperatura: chi ha una temperatura superiore a 37 gradi non potrà venire a scuola. Le lezioni verranno recuperate in ogni caso.
L’ampiezza delle aule garantisce una distanza dall’insegnante superiore al metro e mezzo. Per Laboratori e altre attività che prevedono la presenza di più persone vige lo stesso criterio: protezione, distanza e limite massimo di persone consentite nell’aula. Per quanto riguarda le attività corali, vista l’impossibilità di portare la mascherina, abbiamo deciso di garantire una protezione con pannelli di plexiglas.
Speravamo che tutto fosse finito con l’estate, ma evidentemente le discoteche, i locali pieni e le spiagge gremite non hanno permesso la regressione del virus. Noi siamo ancora qui a cercare di fare quello che il comune buonsenso avrebbe dovuto suggerire… e non è poi così duro. Studiare uno strumento non è come andare in discoteca.
Facciamo tutto il possibile per non dover tornare a chiudere le scuole… BASTA SOLO UN POCO DI ATTENZIONE.

salotto culturale del jazz
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Si racconta che....
Si racconta che Charlie Parker, una sera entrò in un locale di New York, dove si suonava Rhytm & Blues e, quando i musicisti della band andarono in pausa, lui prese il sax di uno dei sassofonisti che aveva lasciato sul palco, uscì fuori dal locale e si mise a suonare fraseggiando impetuosamente. Alcuni lo videro e pensarono che Charlie avesse rubato quello strumento e quando gli chiesero spiegazioni sui rispose: - " volevo solo vedere se suonavano tutte le note di questo sax, perché finora ne ho udite soltanto un paio".
Si racconta che nel novembre del 1954 Thelonious Monk fu invitato al Columbia University's, insieme ad altri musicisti, come relatori in un corso formativo dal titolo "Adventures in jazz", tenuto dal chitarrista britannico Sidney Gross. In quest'occasione Monk fu chiamato per spiegare le differenze tra le armonie dell'era swing più antiche rispetto alle armonie dell'era swing più moderna e Gross si rivolse a Monk chiedendogli: - "suonerebbe per la classe qualcuno dei suoi strani accordi?". Monk, sbalordito, rispose acidamente: - "Cosa intende per strani accordi? Sono accordi perfettamente logici".
Si racconta che... John Coltrane suonasse con addosso vestiti nei quali sembrava avesse dormito per giorni e giorni. "Poi sul palco, quando non ciondolava, si scaccolava il naso e qualche volta si mangiava pure le caccole". (Miles Davis)
Si racconta che nel 1987 Miles Davis andò con sua moglie Cicely Tyson a una cena alla Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan doveva dare un premio alla carriera a Ray Charles. Davis finì a un tavolo con la moglie bianca di un politico. Per tutta la sua vita, aveva criticato le discriminazioni contro i neri negli Stati Uniti, e negli anni Ottanta era diventato uno dei temi di cui parlava più spesso: fece un intero disco per protestare contro le violenze della polizia sugli afroamericani, ed era diventato ancora più insofferente riguardo all’appropriazione culturale che, secondo lui, si era verificata in America con il jazz e il blues, generi musicali che erano nati originariamente tra i neri. Quella sera, ha raccontato Davis nella sua autobiografia scritta con Quincy Troupe, la moglie del politico gli fece una domanda sul jazz che lui reputò scema, e le rispose male. Lei rimase un po’ scossa e gli chiese: «Be’, che cosa ha fatto lei di tanto importante nella sua vita per essere qua?». «Ho cambiato la musica cinque o sei volte, lei cosa ha fatto di così importante, oltre ad essere bianca?». Ci fu un silenzio imbarazzante, e Reagan, che aveva sentito lo scambio, non sapeva bene come uscirne: ma era il tipo di situazione che capitava spesso, quando si aveva a che fare con Davis.
Si racconta che Billie Holiday Cantò in Italia solo nel 1958 a Milano. Dal 3 al 9 novembre fu protagonista in un teatro di avanspettacolo, ma il pubblico non era abituato al jazz e non apprezzò il suo show, tanto che dopo soli cinque pezzi Billie fu costretta a tornare in camerino. Per cercare di porre rimedio alla spiacevole situazione, gli appassionati di jazz organizzarono un concerto ‘riparatore’ al Gerolamo, e il pubblicò stavolta la salutò con un’ovazione doverosa.
Si racconta che Chet Baker, fini nel 1960 in un carcere di Lucca per questioni di eroina, Ci rimase 16 mesi e qualche lucchese ancora ricorda il suono struggente della sua tromba, che per 10 minuti al giorno gli era concesso suonare.
Nel 1966, quando era ormai tornato negli Stati Uniti, Baker smise di suonare: aveva perso i denti davanti, indispensabili a un trombettista. Su come li avesse persi, ancor oggi aleggia il mistero: forse erano già compromessi per l’uso di eroina, ma pare che qualcuno glieli fece sputare fuori durante una rissa, almeno a detta del musicista. Un’altra versione parla di una punizione per un mancato pagamento al suo fornitore di droga (Baker arrivava a impegnare i suoi strumenti per pagarsi le dosi), ma comunque fossero andate le cose, Chet finì a lavorare in un distributore di benzina.
Finché Dizzie Gillespie, capitato proprio in quel distributore, lo riportò a suonare, aiutandolo economicamente anche a rifarsi i denti