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salotto culturale del jazz

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Il Rhythm and Blues

Durante e dopo la guerra il blues venne investito di una sorta di frenesia e volgarità sconosciute alle vecchie forme del passato: era come se quegli anni avessero cancellato quella patina umanistica che caratterizzava la musica afroamericana.

Verso la fine degli anni Quaranta, si sviluppò una nuova musica: il rhytm & blues. I cantanti dovevano letteralmente urlare per non essere sopraffatti dal fragore degli strumenti elettrici e della sezione ritmica. 

Fortemente influenzato dal jazz, dal boogie, dal blues ed dal gospel, non era nient’altro che il prodotto di un ulteriore sviluppo del blues di città che rifletteva una diversa psicologia del nero. Arrigo Polillo definisce il rhythm & blues una forma di jazz “primitivizzata” rivolta al proletariato di colore, una musica meno complessa e ritmicamente più regolare, adatta anche al ballo. 

Ponendosi completamente al di fuori della cultura ufficiale americana, naturalmente questi generi, rivolti alle comunità nere, venivano rifiutati dalla borghesia coloured  e dai bianchi. Per la massa proletaria nera occorreva una musica semplice, eccitante, fondata sul blues, caratterizzata da una pulsione ritmica senza equivoci, violenta e diretta. 

Mentre il jazz, passando attraverso i diversi stili, finì per assumere il ruolo di una musica dotta, riservata a una minoranza dai gusti evoluti, il rhythm & blues divenne un prodotto di largo consumo, confezionato secondo formule standardizzate e destinato alle masse. Fra l’una e l’altra musica il comune denominatore rimaneva il blues. 

 

Intorno agli anni Cinquanta il rhythm & blues fu assimilato completamente dai bianchi trasformandosi nel Rock & Roll, che dilagò in poco tempo in tutto il mondo occidentale. Il pubblico dei sostenitori apparteneva decisamente alle sfere del non intellettualismo. Il termine Rock & Roll venne associato perlopiù alla criminalità degli adolescenti bianchi e costituì un marchio preso in prestito da un’intera generazione di americani che rinnegava un modo di vivere e di vedere la realtà dei propri padri. Negli anni Cinquanta valicò ogni frontiera posta dai nazionalismi divenendo una musica internazionale e  interculturale che influenzò le sonorità di tutta la musica dei nostri tempi. 

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Nella stratificazione della città tutte le forme musicali, dal country blues al rhytm & blues e al rock’n’roll, trovarono posto, l’una accanto all’altra e la radio conferì a tutte valore di attualità. 

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